«Sul rigore non rispondo, commentate voi. A me non è andato giù e non lo capisco, ma non voglio fare polemica, parliamo della partita contro un Milan che di emozioni me ne ha date tante e mi ha reso uomo. Da bambino ho sempre tifato Milan, però da quando l'arbitro ha fischiato volevo vincere a tutti i costi. Mi ricordo i primi anni da giocatore al Milan, che non riuscivamo a vincere ed ogni giorno vedevo le foto di chi scrisse pagine importanti del club. Avevo il sogno di mettere una mia foto a Milanello e con impegno qualche foto l'ho lasciata tra via Turati e Milanello. Ho la voglia di fare lo stesso col Napoli, qui sto bene e mi sento a mio agio.».
Piccola parentesi. «Al di là del rigore di stasera, io credo che si debba risolvere il problema di quelli concessi per via della posizione delle mani, perchè non riesco a pensare che un calciatore debba saltare con le mani dietro la schiena. Anche perchè i giocatori tecnici te la fanno sbattere lo stesso sulle mani, mi sembra difficile di giocare a calcio senza avere la possibilità di usare il movimento delle mani».
Sui gol presi. «Il Milan ha tirato solo due volte ed ha fatto due gol. Per quello che creiamo e quello che subiamo, prendiamo troppi gol e ne facciamo pochi. Dobbiamo alzare la percentuale di realizzazione e fare meglio nella fase di non possesso. Dopo la prima pressione dobbiamo correre indietro e tante volte questo non ci riesce bene. Sono molto contento, per due mesi mi avete dato del catenacciaro perché regalavo campo agli avversari. Stiamo provando qualcosa di diverso e non siamo perfetti, a volte rischiamo».
«Barcellona? Sono contento per come stiamo tenendo il campo e per come stiamo migliorando. Ci vuole tempo al Barcellona, dobbiamo prima arrivarci nel miglior modo possibile. Non è facile giocare oghni tre giorni a queste temperature, è nuova questa cosa e ce la porteremo addosso per tanto tempo. Il Napoli è vivo».
Su Callejon. «Dovete chiedere al presidente o al direttore sportivo. E' da rispettare la politica societaria, riguarda loro. Sanno cosa penso».