E' il Napoli la superstar del mercato invernale. E lo è al punto tale da... non poter neanche annunciare i due suoi acquisti. E' paradossale che Gabbiadini corra a Bogliasco stando ben lontano dai tacchetti dei "futuri ex-compagni", mentre Strinic deve starsene da solo perché manca un fax dall'Ucraina che gli dia il via libera per allenarsi con i nuovi compagni. S'è mosso troppo in fretta il Napoli, arrivando al traguardo in anticipo di qualche giorno.
NOVITA'. Già questo segna una bella svolta rispetto al recente passato. Il mercato estivo è stato infatti criticato anche perché tardivo. Abbiamo passato un secolo ad aspettare che Aulas e Gonalons cambiassero un 'nì' poco convinto in un 'sì' liberatorio, oppure che Mascherano decidesse cosa fare da grande, salvo poi annunciare come scelta 'resto a Barcellona'. Intanto per noi i giorni passavano, così come le due sfide del preliminare di Champions, e solo a fine agosto il Napoli ha cominciato a conoscere David Lopez e De Guzman, i due rinforzi giunti per dare sostanza dalla cintola in su. Ma ormai la frittata era fatta.
Stavolta, invece, con 30 giorni disponibili per fare acquisti, il Napoli ha deciso di perfezionarli con largo anticipo, giusto per andare sul sicuro. E meno male, aggiungiamo, perché adesso Gabbiadini sarebbe costato chissà quanto e forse la Juve avrebbe pure detto no. Il proverbio che dice: 'Chi prima arriva meglio alloggia' è stato sacrosanto, in questo caso.
STRATEGIA NUOVA. Ha forse imparato da chi lo precede, il Napoli. S'è mosso prima degli altri e ha guardato lontano. Si chiama 'visione strategica'. Come fece la Juve quando prese Pogba o Llorente, come ha fatto la Roma con Pjianic e Strootman e prima ancora con Benatia. Tutte mosse studiate, messe in atto per tempo e rivelatesi azzeccate. Non è un caso se Juve e Roma sono lassù.
FINITA QUA. Ma adesso ci metteremo in poltrona per vedere cosa fanno gli altri, oppure ci saranno altri annunci da fare? E' pressoché certo che qualcosa in uscita succederà, ma difficilmente riguarderà grossi calibri. E al contempo, difficilmente grossi calibri entreranno ancora. Il Napoli, a livello numerico, ha raggiunto il limite di giocatori che una rosa dovrebbe avere. Ad andare oltre si rischiano turbolenze interne e musi lunghi. Non proprio l'ideale per chi vuole cominciare a correre e sogna un'altra Doha, magari stavolta a Varsavia. Ogni strategia che si attua deve sempre salvaguardare l'equilibrio interno.
LAVEZZI. Se cambio di strategia c'è stato, con un Napoli che vuole anticipare le proprie mosse e battere la concorrenza sul tempo, sapendo cosa vuole e dove trovarlo, allora di sicuro non c'è più un posto per Lavezzi. Il Pocho non è un acquisto strategico, è una mossa che viene dalla memoria (vecchia di 3 anni, che a certi livelli nelle gambe si fanno sentire) e per di più neanche tanto conveniente. Vendere un giocatore e riprenderlo un triennio dopo con un ingaggio raddoppiato non sembra infatti una grande mossa...
Lasciamo il Pocho dov'è, e speriamo di goderci Gabbiadini e Strinic che verranno, e Insigne e Zuniga (questo è l'augurio) che torneranno.
di Stefano Mastronardi (@SteMastronardi)
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