Insigne presenta "Quasi Amici" a Sky: «Mai più i fatti di Roma. Allo stadio serenamente»

Lorenzo Insigne, Fabio Caressa e il direttore Commerciale di Pasta Garofalo, hanno presentato a Skysport24 il progetto "Quasi amici".

Il primo a illustrare l'iniziativa è stato Emidio Mansi: «Tre ragazzi della squadra di casa ospiteranno re delle squadra avversaria, per conoscersi meglio e capire le proprie differenze e le proprie affinità».

Poi tocca a Fabio Caressa: «E' un'iniziativa particolare perché la Pasta Garofalo che la organizza non ci mette il suo marchio. E' molto di più che un accordo di sponsorizzazione, per questo abbiamo deciso di abbracciare l'iniziativa per il suo grande valore sociale. Questa iniziativa vuole dimostrare che anche gli anche gli amici possono esser rivali ma mai nemici. Cercheremo di proporre questa nuova visione culturale del modo di fare calcio. Speriamo che altri marchi si facciano avanti e propongano qualcosa di simile»

Infine parla Lorenzo Insigne: «Da napoletano sono sempre in mezzo alla gente. Spero che questa iniziativa coinvolga tanti bambini e non accadano più le cose che si sono viste a Roma. Bisogna tornare a un calcio in cui si tifa, ci si prende in giro ma poi si torna a casa tutti sereni. Io andavo spesso allo stadio con gli amici, quando ci andavo che emozione... Poi quando ho cominciato a indossare quella maglia, da piccolo, ho cominciato a sognare di giocarci io al San Paolo. La prima volta che sono andato al campo? Era in Coppa Italia, ero piccolino e ci andai di nascosto da mio padre assieme a degli amici».

NAPOLI. Poi si parla del Napoli di oggi: «Ci sta che quando non arrivano i risultati ci si butti un po' giù, però dopo al vittoria in Supercoppa qualcosa è cambiato e spero che si vada avanti così e soprattutto che i tifosi tornino con piacere al San Paolo a vedere, perché loro sono sempre stati la nostra arma vincente. La Juve? Con le grandi abbiamo sempre fatto bene, e comunque anche con le piccole sembra che finalmente ci siamo sbloccati. Vediamo di continuare così e di capire se possiamo ancora puntare allo Scudetto».

MODULO. «All'inizio facevo molta fatica nel ruolo in cui mi voleva il mister perché dovevo tornare molto e sacrificarmi, e io avevo sempre giocato con un altro modulo, il 4-3-3. Piano piano però sono riuscito a entrare nei meccanismi e a giocare più rilassato e tranquillo. Poi c'è stato l'infortunio».

RECUPERO. «Ora sto migliorando giorno dopo giorno, devo andare con calma perché magari è meglio aspettare qualche giorno in più che rischiare un'infiammazione che poi peggiore la cosa e ti costringe di nuovo a fermarti. Quando sarò pronto? Diciamo metà marzo o fine marzo».

SIPARIETTO. Caressa fa la battuta: "La prossima puntata di Quasi amici la facciamo con Icardi e Osvaldo" (i due hanno litigato in campo). Insigne stempera la cosa: «Ci sta in campo che si abbiano discussioni, magari Osvaldo ha un po' esagerato...».

MARADONA E DEL PIERO. «Alex era il mio idolo, l'ho sempre guardato in cassetta e poi lo ammiravo anche per come si comportava fuori dal campo. Quando fui convocato la prima volta con Prandelli, in conferenza dissi che era il mio idolo e poco dopo mi chiamò al telefono. Ero emozionato. Ci sentiamo ancora, lo abbiamo fatto poco tempo fa, per farci gli auguri di Natale. Però non ci siamo mai ancora incontrati...»

PINO DANIELE. «E' stato un grande artista. Un evento che non avremmo voluto mai vivere. 'Napule è' come inno? Lui ha rappresentato tanto per la città, a me farebbe felice ma è una decisione che spetta al Presidente o non so chi. non smetta a me».

HIGUAIN. «Quando lui è in campo, senza nulla togliere a Zapata, c'è qualcosa in più perché lui è un grande campione. Del resto ha giocato 7 anni a Madrid... Come tutti gli attaccanti quando va in campo vuole segnare e come tutti se non gli dai la palla si lamenta, anche in allenamento. Ma anche Cavani era così. Lo sono tutti gli attaccanti».

BENITEZ. «Lui è un tipo tranquillo, poi si arrabbia se non facciamo quello che chiede in campo. Durante la settimana invece ci lascia sereni però pretende che si lavori bene».