Missione compiuta. Senza brillare ma chi se ne frega. Contava vincere e i tre punti sono arrivati. Che poi non era facile centrarli, non te li regalavano mica. Meno male che c'è Zapata, perché se tanto mi dà tanto, se non c'era lui a inventarsi quella percussione da rugby lo 0-0 difficilmente si sarebbe sbloccato, visto che il Napoli ha controllato la partita ma di tiri in porta non se ne sono visti praticamente mai. Però in campo c'era Duvan, che si portava dietro la certezza aritmetica del gol ogni 79 minuti e l'ha confermata pure col Sassuolo. Il marchio sul successo è tutto suo, che si prende pure il merito di aver fatto sbloccare Hamsik. Tutti felici, quindi... o quasi.
Tre musi lunghi negli spogliatoi del San Paolo. Il primo è quello di Callejon, che spedisce sul fondo l'occasione d'oro di chiudere un lungo digiuno. Il secondo è quello di Mertens, che impiega 5 minuti a non far rimpiangere la scelta di Benitez di tenerlo fuori, più frequentemente adesso che quando c'era Insigne. Il terzo è quello di Rafael, che è stato retrocesso ufficialmente al ruolo di secondo portiere. Tre musi lunghi, tutti per demeriti sul campo. E' il rovescio della medaglia di chi, come Benitez, applica la meritocrazia come criterio di scelta. C'è chi sale e chi scende nelle gerarchie.
E c'è chi sale anche in classifica. Imperiosamente come fa il Napoli, oppure molto lentamente come fa la Roma. I giallorossi continuano a mettere punti in classifica a passo di lumaca (non perdono dalla sfida del San Paolo, ma non sanno più vincere), il Napoli invece pur perdendo a Palermo riesce a ridurre costantemente il divario con i capitolini. Dalla fine del prossimo weekend comincerà il nuovo atto del duello a distanza, che clamorosamente potrebbe valere l'aggancio. "Basta" vincere a Torino domenica sera e sarebbe fatta, visto che la Roma giocherà solo il giorno dopo con la Juve. Far sentire per 24 ore la propria vicinanza ai giallorossi gli metterebbe addosso una pressione niente male, un altro carico da novanta su un ambiente che si regge per un pelo ancora in piedi. Ma scricchiola, eccome se scricchiola...
di Stefano Mastronardi (@SteMastronardi)
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