Il tecnico azzurro Rafa Benitez è ospite di "Condò Confidential" su GazzettaTv.
LIVERPOOL-MILAN. «Eravamo sullo 0-2 e mi ero preparato un discorso, e mentre lo facevo abbiamo preso il terzo. Negli spogliatoi dissi ai ragazzi che ormai non avevamo più nulla da perdere. Un po' questo, un po' il cambio tattico e poi la spinta dei tifosi... e alla fine ce l'abbiamo fatta».
VALENCIA. «Feci una rimonta da 0-2 a 3-2 contro l'Espanyol, era il momento in cui rischiavo un esonero. Poi vincemmo il campionato. Si può dire che la sintesi della mia carriera sia quella di non mollare mai».
FINALE BIS. «La più spettacolare della storia della Champions è quella di Istanbul, però meritavamo di vincere molto di più la seconda finale col Milan, che invece perdemmo. Il calcio è così».
RE DI COPPA. «Ho sempre detto è che chi ha un fatturato alto ha più possibilità di vincere un campionato su percorso lungo perché può prendere i giocatori più forti che alla lunga fanno la differenza, mentre in Coppa ci sono altre cose che entrano in ballo. Ho vinto tante finali? La cosa importante sono i giocatori preparati, motivati e determinati oltre allo staff buono e a qualche cosa che tatticamente viene fatta a gara in corso».
DHOA. «Sul 2-2 di Higuain ho sentito che potevamo vincere, anche perché avevamo studiato dove si tirano i rigori. Lo stesso nella finale col Milan, indovinammo 4 dei loro 5 rigori a Istanbul».
MODULO. «Bisogna fare il proprio lavoro e portare avanti le proprie idee, così ho fatto io sia all'Inter, al Valencia e al Napoli».
MANAGER. «Premetto che io sono un allenatore. Però a Liverpool ho fatto 6 anni di manager, e devo dire che è un tipo di gestione diversa; ho capito che puoi far bene come manager se hai uno staff buono che ti dà una mano. Qui a Napoli invece c'è Bigon con cui mi trovo benissimo».
DAVID LOPEZ. «Io con Bigon e lo staff parliamo di alcuni nomi e poi vediamo chi possiamo arrivare a prendere, perché alla fine devi considerare che è la società che mette i soldi. In questo caso abbiamo fatto un acquisto che è David Lopez che era condiviso da me e Bigon e dalla società».
MODULO. «All'inizio facevo il 4-4-2, poi ho cambiato passando al 4-2-3-1, ma dipende dai giocatori che hai. Avevamo questa possibilità perché i giocatori c'erano, come Torres e Gerrard. Torres ha fatto sempre bene, tanti che lo criticano non sanno che tipo di lavoro faceva, magari segnando meno gol, ma si ricordano solo del Torres che faceva gol perché aveva tutta una squadra che giocava per lui».
HIGUAIN. «Tanti giocatori si erano demotivati dopo Bilbao, come per esempio Gonzalo. Higuain era triste e si vedeva. Piano piano abbiamo parlato tutti, e giorno dopo giorno alla fine siamo tutti ripartiti».
INSIGNE. «Molti mi dicono di metterlo in mezzo, ma non conoscono davvero il calciatore. Lui è veloce e resistente, e uno così può fare il lavoro di due fasi senza problema e arrivare sotto porta anche con lucidità. Lo può fare benissimo, deve migliorare in questo e con il tempo sarà sempre più concreto».
REINA LEADER. «Lui è un bravo portiere come quelli che ho adesso. Pepe è uno spagnolo napoletano perché è del sud della Spagna, gli piace sorridere ed essere allegro. Quando uno come lui va via è normale che manchi dentro lo spogliatoio».
GABBIADINI. «Italiano, giovane, bravo e vuole imparare. Uno così è il futuro del calcio italiano».
APPROCCIO. «Si deve sapere cosa fa l'avversario, ma quello che conta molto è vedere cosa che devi fare tu. Qui in Italia si lavora molto sull'avversario, noi invece pensiamo prima a noi e poi dopo anche all'avversario e ai suoi punti deboli».
FAMIGLIA. «Perché non è con me? A me piace lavorare intensamente. Fossimo stati tutti a Napoli ci avrei messo troppo tempo ad andare e tornare da Napoli al campo. Io invece vivo lì, sto con lo staff»
NAPOLI. «La vivo e la imparo. Ho visto tante cose. Molto simile a Madrid»
SCELTA. «Real o Nazionale? ... mhhh, dico la Nazionale. Se mi sarò fatto vecchio può andare bene».