In un'intervista rilasciata sull'edizione odierna di Il Mattino ha parlato i difensore azzurro Koulibaly: «Avevo sette anni quando la Francia vinse il mondiale, e quel successo sul Brasile ha cambiato tutto il mio immaginario. Stavolta i migliori eravamo noi. Io volevo essere Thuram, il mio mito. Mi piaceva perché dava sempre l' impressione di poter fare tutto. Quando lui ha detto che potevo essere il suo erede mi ha fatto emozionare. Lui è stato davvero un esempio per me. Volevo avere la sua forza, la sua aggressività. E anche la sua umiltà».
CRESCITA. «Se in campo pensi di essere più bravo di tutti non vai da nessuna parte. Funziona in questo modo: se sei generoso, gli altri lo saranno con te. A 15 anni il Metz mi rimandò a casa. Dissero che non ero al livello di quelli più bravi. Per me una bruttissima sconfitta. Io tornai a scuola, perché la mia famiglia ha sempre insistito perché studiassi. Per cinque mesi non ho pensato più al calcio ma a studiare. Poi però mi mandano a chiamare di nuovo e io torno completamente cambiato, dopo aver imparato la lezione».