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Hamsik: «Il calcio è la religione dei napoletani. Mi han fatto diventare superstizioso...»

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Una lunghissima intervista parlando di campo e di famiglia. Ecco Marek Hamsik come si racconta in un'intervista rilasciata ai colleghi slovacchi e tradotta in anteprima da Napoligol.

LINGUA. «Il più grande dei miei figli vuole parlare solo italiano, ma anche il piccolo lo preferisce. Comunque è impossibile parlare correntemente sia italiano che slovacco. Christian già vive solo di calcio. Dalla mattina alla sera. Le fiabe non gli interessano più, pensa solo al calcio».

VITA PRIVATA. «E' più complicato averla a Napoli, se voglio andare a pranzo al mare, ad esempio, devo andare in alcuni ristoranti di fiducia dove si prendono cura di noi e ci tengono più lontani dai tifosi».

MALAVITA. La domanda è: dopo tre agguati, hai mai pensato di assoldare un bodyguard? «Piuttosto, ho smesso di indossare un orologio. È più facile».

MOMENTO. «L'umore dei tifosi dipende dalle nostre prestazioni, ultimamente non sono solo positive (l'intervista non è di oggi, ndr). A Napoli c'è davvero solo il calcio, è la religione dei napoletani. Non so se ho preso da loro, dalla loro superstizione, ma se vinciamo tendo a fare le stesse cose anche alla partita successiva».

ALTRI SPORT. «Mi piacciono tutti. Guardo tennis, NHL, NBA, di recente mi sono appassionato al beach volley... Quello femminile (ride, ndr). Una volta ero un ottimo sciatore».

MAREK PRO-LOCO. «L'anno scorso al matrimonio hanno partecipato 50 persone provenienti da Italia, che hanno visto Banska Bystrica e Donovaly e davvero ne sono rimasti colpiti».

VITA DA MATRIMONIO. «Stavamo già assieme da 8 anni, col matrimonio la nostra vita non è cambiata molto. Abbiamo solo aggiunto l'anello al dito».

PATRIMONIO ARTISTICO. «Me lo gusto poco. Non c'è tempo. Quando ne abbiamo come in estate, andiamo in Slovacchia per la famiglia».

IL FUTURO. «A fine carriera tornerò a vivere in Slovacchia. Sono andato via da tempo e ho nostalgia. Però vedremo quello che vogliono i bambini, quando crescono...»

RISPOSTE SECCHE. «Ho investito qualcosa di quello che ho guadagnato, ma non me ne occupo direttamente. Abbigliamento? Ci tengo, sono un fissato ma non sono uno che passa ore nei negozi. Testimonial? Sì e mi fa piacere averlo fatto per fondazioni o associazioni a favore di chi ha bisogno di aiuto».

ESEMPIO PER I BABY CALCIATORI. «Sono testimonial del torneo bambini "McDonald Cup", so che molti si faranno la mia acconciatura. Ma tanto è facile, basta un rasoio e un po' di gel. A proposito del taglio, anche quando smetterò di giocare sarà così, mi accompagnerà per sempre.».

EURO 2016. «Dovremmo farcela a qualificarci. Siamo un buon gruppo».

Traduzione a cura di napoligol.it


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