«Dalle Lacrime alle lacrime. Ne ha versate così tante, Lorenzo Insigne, che qualcuno potrebbe pensare che sia un tipo fragile. Ma quel piccolo napoletano le versa per un motivo: la maglia del Napoli». Si legge così sul media francese SoFoot, che dedica ampio spazio a Lorenzino. Ecco la traduzione in anteprima da parte di napoligol.it: «Ci sono lacrime e lacrime. La scorsa estate, contro il Bilbao, furono dovute alla rabbia. Quelle contro Torino e Sampdoria qualche giorno fa, sono state di sollievo, una vera felicità. Nel mezzo, un grave infortunio al ginocchio che avrebbe potuto segnare definitivamente la sua carriera. Ma è chiaro Insigne è tornato più forte che mai».
Profeta in patria
«Napoli è una città piena di contraddizioni. Ma qui il senso di appartenenza alla cultura napoletana è molto forte. E un termine dialettale che lo esprime è "cazzimma!". I partenopei hanno carattere, ma nel calcio è difficile essere profeta in patria. Pochi ci sono riusciti. E' una bella storia quella del piccolo ragazzo che si è formato nella sua squadra, oltre alla 'scuola' di Zeman. Lorenzo non ha mai lasciato il nido familiare, lui che è di Frattamaggiore e che ha realizzato il sogno di ogni "scugnizzo", quelli che hanno il pallone nel sangue. Un sogno che però può diventare un incubo. Il napoletano ama senza condizioni, ma è sempre molto esigente verso i suoi figli. E di fischi, Insigne, ne ha dovuti contare non pochi. La scorsa stagione è stata molto complicata per lui. Ma è cresciuto e Benitez ha sempre puntato sul suo talento. Ma proprio quando è arrivato a un passo dalla consacrazione... bim, la rottura del crociato. E' stato il momento peggiore. Una stagione maledetta? Macché. Insigne ha lavorato sodo per fare il suo ritorno in panchina il 15 marzo, appena quattro mesi dopo essere stato gravemente ferito. Se non è un record, poco ci manca».
Il miracolo di San Gennaro
«Dopo aver riassaporato il campo contro la Roma, il 6 aprile, Benitez ha ripreso a schierarlo sempre di più. E forse non è un caso che il secondo sprint del Napoli sia coinciso col suo rientro, che ha dato al gioco del Napoli un po' di fantasia. Un assist contro il Wolfsburg, un altro con la Fiorentina e poi il gol contro la Sampdoria. Il tiro a giro, la sua specialità. Il tutto con la fascia di capitano intorno al braccio, per la prima volta dall'inizio. "Non trattenere le lacrime", cantava Amel Bent. Piangi, piccolo. L'esame più duro è finito, il ritorno è stato miracoloso e ora il futuro ti è davanti. Sempre azzurro, indipendentemente dal prossimo tecnico che sederà sulla panchina del Napoli. E un altro azzurro, quello della Nazionale, arriverà tra poco. Conte lo avrebbe già chiamato a inizio stagione, quando era ancora disponibile. Ma prima della Nazionale, c'è da giocarsi un posto sul podio in campionato e l'Europa League. Un trofeo che potrebbe sollevare proprio Insigne. In lacrime, naturalmente».
Traduzione a cura di napoligol.it