E' entrato in punta di piedi, Maurizio Sarri. Nella full immersion con giornali, radio e tv prescelte dal Calcio Napoli, il tecnico ha illustrato il suo pensiero confermandosi persona umile ma molto determinata. E ha spazzato via l'era Benitez: al bando l'integralismo, al bando la difesa ballerina, al bando il turnover esasperato.
IL MODULO. «Il 4-3-1-2 lo sento sulla pelle. Ma abbiamo due attaccanti esterni come Insigne e Mertens: quindi più soluzioni tattiche». Il che rivela due cose: che potrà cambiare stile di gioco passando al 4-3-3, e che Insigne e Mertens non si toccano. Si noti bene: non ha nominato Callejon.
LA DIFESA. «Il Napoli era una squadra in grado di vincere a Barcellona e di perdere a Empoli. Per tutte le squadre il segreto è l'equilibrio. La fase difensiva si rafforza con il lavoro sul campo, non mi va giù l'idea che si debba farlo attraverso il mercato. Il mercato è la negazione del lavoro. Mi farebbe piacere migliorare i calciatori che ci sono anziché prenderne altri». La frase che farebbe felici tutti i presidenti. Non vuol dire che il Napoli non comprerà giocatori, ma solo che il gioco deve dare un valore aggiuntivo ai calciatori, e non il contrario.
TURNOVER. «L'Europa non mi fa paura. Un anno ho fatto 60 partite in serie B con 15 giocatori». A Napoli avrà maggiore scelta, ma non si spingerà verso gli estremismi beniteziani perché, come disse alla toscana «...il turnover mi sta un po' su' hoglioni»
di Stefano Mastronardi: @SteMastronardi
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