Era de maggio e a Napoli esplodevano tutti gli azzurri del mondo. L'azzurro del cielo di primavera e l'azzurro del Napoli, di Maradona e del primo scudetto. La città si vestì d'azzurro e rimase azzurra per mesi e mesi, ingrigendo lentamente sotto i raggi potenti della sua più bella stagione. Correva l'anno 1987. Quasi trent'anni fa. E in quasi trent'anni l'icona più famosa di Maradona, di quella festa mobile e nobile si è sempre più sbiadita: è il grande murales a via Emanuele De Deo, su ai Quartieri Spagnoli, nello spazio che i residenti indicano come ncopp'o Cantiere, uno slargo sterrato dove parcheggiano auto e moto e dove resiste la scritta Teste Matte, una grande parete che si spinge in alto per sei piani.
Sono passati 28 anni e a risentirne non è solo il Diego in carne ossa, il campione del calcio che ha conquistato il cuore di centinaia di tifosi azzurri ma anche quello di pietra dipinto su un muro di un palazzo dei Quartieri Spagnoli di Napoli. È stinto il Diego disegnato tra una finestra e l' altra, di lui rimane solo la sagoma. Ma i napoletani non si rassegnano a veder scomparire il loro mito e si mobilitano per il recupero dell'ormai storico affresco in via Emanuele De Deo, ai Quartieri Spagnoli, in uno spiazzo adibito a parcheggio su un palazzone di sei piani. I residenti si sono quindi mobilitati per recuperare il murales dipinto nel 1987 per celebrare la vittoria dello scudetto di quell'anno da parte del Napoli.
Fonte: il Mattino
Commenti (0) Inserisci un commento (I commenti saranno sottoposti a moderazione)