I colleghi di marca.com hanno acceso i riflettori su Maurizio Sarri, e soprattutto sulla sua storia di bancario di successo che un giorno ha deciso di lasciare uffici e scrivanie per andarsi a sedere su una panchina.
E alla fine di un lungo viaggio durato più di vent'anni, s'è andato a sedere sulla panchina "di casa", quella del Napoli.
LE ORIGINI. E' un viaggio che viene ripercorso attraverso le sue stesse frasi: «Ero l'unico di Figline di Valdarno, dove mi sono trasferito a tre anni, a tifare Napoli. Tutti gli altri ragazzi tifavano Inter, Milan, Juventus o Fiorentina».
LA LAUREA. «Mi occupavo di transazioni tra grandi istituzioni tra Londra, Germania, Lussemburgo. Poi ho lasciato: Ho capito che volevo fare solo allenatore e volevo che la mia carriera facesse un salto di qualità. Non è stato facile prendere questa decisione ma la mia famiglia mi ha sostenuto. Fare questo lavoro per me è un privilegio non sono qui per caso».
SUCCESSI E NON. La crescita professionale non è stata sempre dirompente. Anzi, Sarri di esoneri ne ha avuto eccome. Ma da quelli ha tratto grandi insegnamenti. E poi, nel 2013-14, la Serie A con l'Empoli, e quella fase che racconta molto del personaggio: «Ho scelto come professione una cosa che avrei fatto gratis dopo il lavoro, e ho il privilegio di essere pagato»
NAPOLI. Dopo un inizio complicato i risultati arrivano, merito anche del suo passato: «La esperienza fatta in banca mi ha formato e mi aiuta a organizzarmi e prendere delle decisioni». Eh già, il banco vince sempre.... concludono i colleghi spagnoli.
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