Finisce l'era dell'idillio tra la Gazzetta e la Juventus. La vicenda che ha portato gli Agenlli a svincolarsi da RCS (il gruppo editoriale di Gazzetta) per spingere verso la fusione tra lo storico quotidiano della loro famiglia, la Stampa e Repubblica (ovvero la concorrenza), lascia uno strascico polemico.
Sulla rosea oggi si legge un attacco al veleno verso gli Agnelli: «Di comico c'è la nota diramata dagli eredi dell'Avvocato: rivendicano di aver salvato per tre volte Rcs dal fallimento. Noi ricordiamo altri "salvataggi"». E qui i colleghi di Gazzetta ripercorrono le operazioni fallimentari poste in essere dagli Agnelli: l'acquisto della Fabbri (gravata di debiti), l'operazione Recoletos (voluta da un ad di emanazione della Fiat), la cessione di Flammarion (case editrice francese), la chiusura di numerose testate periodiche, la svendita della sede di via Solferino, l'acquisizione inutile di YouReporter, la creazione del sito delle scommesse sportive GazzaBet, il lancio di Gazzetta Tv (chiusa dopo 10 mesi con un danno d'immagine devastante).
«Questi sono i fatti - si legge - E non solo. Ora si decide di andare a rinforzare il polo editoriale concorrente. Eh sì, aveva ragione Totò: signori si nasce, non lo si diventa per diritto ereditario. Il gruppo non merita schiaffi simili».