Vittoria Feltri ha commentato su Tuttosport la vicenda relativa a Higuain: «Un pessimo comportamento, d’accordo. Ma se esaminiamo attentamente la questione ci accorgiamo che l’attaccante non doveva essere cacciato. Bisogna almeno concedergli l’attenuante della provocazione. Perché? Higuain in una prima fase era stato ammonito, guarda caso, per proteste. Succede, anche se sarebbe meglio non succedesse. Di norma chi è stato già redarguito con cartellino giallo, poi sta attento a non ripetere l’errore. E, in effetti, il centravanti nel prosieguo della partita è stato disciplinato. Non ha più aperto bocca. A un dato momento, però, durante un’azione di gioco come tante altre, egli si è scontrato con un calciatore dell’Udinese e ha commesso un fallo a nostro parere veniale, del genere di quelli che richiedono al massimo una banale punizione. Viceversa, l’arbitro si è alterato e ha estratto il secondo giallo. Scatta il rosso ed è qui che il goleador principe si è abbandonato a una sceneggiata napoletana degna di miglior causa, creandosi i presupposti per essere castigato gravemente. Se si fosse recato negli spogliatoi in silenzio se la sarebbe cavata con una giornata. Data la sua clamorosa reazione, purtroppo il giudice sportivo non sarà clemente. Mi corre l’obbligo morale di dire che ciò sarebbe sbagliato. Perché la succitata attenuante della provocazione va riconosciuta. Una lunga squalifica non soltanto sarebbe iniqua, ma offrirebbe al pubblico napoletano il destro per gridare al complotto. In effetti, il Napoli, privato del suo cannoniere, sarebbe dimezzato nelle proprie forze, e autorizzerebbe i tifosi a dire che gli azzurri non sono stati battuti dalla Juve, bensì dalla casta arbitrale. Non è di questa ombra che ha bisogno il nostro vituperato pallone».
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