Programmare il nuovo Napoli è facile, se si parte da pochi elementi.
1) Il Napoli per struttura tecnica e societaria è in ritardo sulla Juve che ha già un fatturato rilevante, una panchina di lusso, ottimi giovani in giro.
2) Il Napoli fattura la metà della Juve (circa 350 milioni contro 170) e non ha altri soci o fonti per investire.
3) De Laurentiis ha i conti in ordine, ed è un grande merito il suo; ma non è disposto a investimenti cospicui o rischiosi, non apre a soci, ed è suo diritto decidere.
Quindi? Il Napoli ha poche ma buone soluzioni.
Migliorare se stesso vuol dire anche elaborare un piano con l'allenatore. Il ritardo della firma è probabilmente utile. Meglio discutere con calma. Non credo sia questione di soldi, o solo di soldi. Bisogna capire se Sarri riuscirà a collaborare nello sviluppo tecnico del Napoli, garantendo un più fluido ricambio di temi tattici e uomini in formazione. Occorrono più schemi e più giocatori da impiegare.
Solo elogi a Sarri, nessuno poteva fare meglio e di più. Ma rivedendo la partita di Roma è rimasto in balia dell'effetto Totti. Non si è capito se il Napoli nel finale stesse accelerando per vincere o attrezzandosi per difendere il pareggio così prezioso fino a mezzanotte. Tollerare Hamsik oltre ogni limite è stato il segnale di un fatale equivoco.
L'ultima delle soluzioni è legata a De Laurentiis. Sta nel calcio da troppo tempo per non conoscerlo. I risultati sono stati finora importanti. Un rapporto più franco con i tifosi, una vigilanza rigorosa nelle esternazioni, una maggiore autorevolezza nei rapporti con Federcalcio, Lega ed altri club possono favorire la conduzione del prossimo ciclo. (Fonte: Antonio Corbo per repubblica.it)