DEBUTTANTI. È nel 2004 che si sfiorano per la prima volta senza neppure accorgersene. Il campionato di Serie C1 abbraccia una neofita come il Napoli appena retrocessa dopo il fallimento in tribunale. Ne raccoglie l’eredità tecnica in panchina proprio Ventura, scelto da De Laurentiis su suggerimento del dg Marino (il prescelto iniziale era Vavassori), curriculum interessante e il vanto di due esperienze in Serie A con Cagliari e Udinese.
DESTINI INCROCIATI. È il calore del campo ad accendere l’animo pacato di Sarri, l’ebrezza di guidare un collettivo e di raggiungere insieme un traguardo dopo l’altro. Ottenuta la promozione, nella stagione 2004/05 il nuovo obiettivo era una salvezza tranquilla. Non ne poteva già più, invece, il “Napoli Soccerâ€, che di quella categoria conosceva poco o nulla: l’ambizioso De Laurentiis era impaziente di raggiungere la Serie A, così il 18 gennaio – fuori dalla zona play-off - salutò Ventura dopo il pareggio interno contro la Fermana. A “fregare†il tecnico genovese fu il pochissimo tempo a propria disposizione ed una squadra incompleta, costruita in pochi giorni, rinforzatasi poco prima del suo addio con gli arrivi – tra gli altri – di Calaiò, il bomber, e Fontana, il regista. Di problemi simili non ne aveva avuti l’allenatore della Sangiovannese: tutto filò lisciò e l’ottavo posto in classifica fu piazzamento soddisfacente col quale Sarri, anch’egli ambizioso, salutò San Giovanni Valdarno ripartendo, giorni dopo, dal Pescara in Serie B.
DOPPIO ROSSO. A distanza di dieci anni, dopo aver incassato delusioni e soddisfazioni in giro per l’Italia, Sarri e Ventura si sono ritrovati in Serie A a pochi passi l’uno dall’altro. In totale sono tre i precedenti ed il bilancio è di due vittorie del toscano ed un pareggio. È dunque imbattuto, Sarri, che lo scorso anno trionfò a Torino col suo Empoli grazie al goffo autogol di Padelli (all’andata finì 0-0); lo scorso gennaio, al San Paolo, il Napoli si impose per 2-1 e nel finale entrambi gli allenatori furono espulsi dall’arbitro Di Bello per motivi diversi: Sarri si era lamentato per un mancato fallo, Ventura per un errore da parte di un suo giocatore. A fine gara il chiarimento reciproco fu l’occasione per scambiare due chiacchiere e commentare insieme la partita appena terminata. Sorrisi, abbracci ed anche complimenti sparsi, sussurrati appena: non serve perdersi troppo nelle parole per uomini di campo come loro.
(Fonte: Il Roma)