Il silenzio di Gonzalo è quello del fratellino giovane al quale il maggiore dice: "Ora ci penso io". Gli fa da baby sitter più che da agente. Cosa che ci può stare in linea di massima, ma non quando si arriva a fare una guerra con il proprio club. Lì dovrebbe essere il giocatore a prendere posizione, a fare la sua battaglia (in privato). Sennò passa per vigliacco. Passa per quello che non vuole dire la sua in modo chiaro, altrimenti compromette il rapporto con la gente.
Com'è lontano Diego
Poco coraggio, quindi. Il pensiero non può non andare all'altro grande argentino che infiammò Napoli, Maradona.
E poi c'è sempre quel piccolo dettaglio che De Laurentiis sottolinea spesso: i giocatori non sono ragazzini, sono uomini. Se firmano un contratto poi non possono tirarsi indietro quando non gli fa più comodo. Se Higuain, come dice il fratello, vuole davvero dimostrarsi professionista serio, allora va dal Napoli e dice "non rinnovo" di persona. E nei luoghi opportuni. Non è che manda il fratellone a gridare al mondo intero che se resta lo fa controvoglia. Men che meno andrebbe tirato fango addosso ai compagni dicendo che non sono all'altezza. Si chiama educazione.