Il regista azzurro Stanislav Lobotka ha rilasciato un'intervista a Radio CRC.
“Come ruolo devo bilanciare le due fasi, fare il massimo per consentire agli attaccanti di creare occasioni e avere, allo stesso tempo, una buona difesa. Cerco di esser vicino a ogni compagno per aiutarlo".
Tra i top in Europa. "Per raggiungere certi livelli bisogna dare sempre il massimo. Mi dico sempre di godermi il calcio, di divertirmi e in questo spirito voglio aiutare l'allenatore e i compagni durante la gara".
Tra i 5 che corrono di più in Serie A. "Se uno ci riesce è perché dietro c'è la preparazione estiva di mister Conte. Era molto dura, tosta da affrontare. Però adesso ne colgo gli aspetti positivi, anche nella mentalità che è migliorata. Mi sento ancora meglio fisicamente, anche dal punto di vista dell'alimentazione”.
Difesa solida. "Oltre alla preparazione molto dura, in ogni allenamento Conte ci lascia tanti elementi positivi per affrontare ogni gara, per difendere e attaccare nel modo corretto in ogni dettaglio. È incredibile il modo in cui prepariamo le partite e nelle gare abbiamo tante idee che arrivano dal mister e possiamo difendere e attaccare da squadra, ci ha cambiato la mentalità".
Il trio Lobotka-McTominay-Anguissa. "Penso di essere in uno dei reparti di centrocampo più importanti della mia carriera. Stiamo giocando molto bene, ma anche quando sono stato infortunato c'è stato Gilmour che ha fatto molto bene. E' un bene che il mister abbia tante possibilità di scelta".
Il lavoro di Conte sulle partite. "E' uno dei tecnici più attenti ai dettagli che ho mai avuto in carriera. Sappiamo sempre come gioca l'avversario, come andarli a pressare e questo ci concede una maggiore facilità nell'affrontare le gare".
La sfida con la Lazio. "Sono un'ottima squadra e giocano un bel calcio. Ci aspetta una partita molto difficile soprattutto in casa loro. Noi, però, vogliamo passare il turno. Anche domenica ci sarà una tipologia di partita complessa perché hanno ottimi giocatori e sarà dura".
Le avversaria più toste in Serie A. "Sono tante e ognuna con uno stile diverso di gioco. Inter e Juventus sono state le più complesse, mentre con l'Atalanta non ho giocato ma posso dire che sono un'ottima squadra ma è differente dirlo dal campo".
I giocatori fonte di ispirazione. "Da ragazzo era Ronaldinho, quando giocava al Barcellona. Poi nel Barcellona di Guardiola guardavo Xavi ed Iniesta. Anche Hamsik nella Slovacchia è stato importante per me, mi ha aiutato tanto. Non parlava tanto nello spogliatoio, ma in campo ci ha mostrato come si comporta un leader".
Napoletano acquisito. "Si... ormai sono a Napoli da quasi 5 anni. A esser onesti, mi inizio a sentire davvero napoletano. È la mia seconda casa. Mi sono subito sentito il benvenuto, ho un sacco di amici qui. Mi piace la mentalità, come ti accolgono le persone. Come hanno accolto la mia famiglia. Essere a Napoli è diverso dall'essere in altre città italiane, per me c'è davvero il desiderio di sentirmi napoletano e mai dimenticherò la città, i tifosi e la gente”.
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