EMOZIONI. «Il ritorno dei sedicesimi di finale della Coppa Campioni con il Real Madrid fu incredibile. Ahimé finì 1-1 e fummo eliminati. E purtroppo quell'uscita su Butragueno fu colpa mia, ma questo non toglie che tenemmo il Real in apnea per un tempo intero. Non ho mai visto un Napoli così devastante. Ed io guardavo quel match da una postazione privilegiata: dalla mia linea di porta».
SCUDETTO PERSO. «Quell'anno dovemmo vedercela col primo Milan di Sacchi che aveva Baresi, Maldini, Donadoni, Gullit in forma strepitosa, Van Basten che era stato a riposo per più di metà campionato, ecc. E noi invece avevamo un'infermeria che urlava pietà per via dei ginocchi malandati di Maradona, Bagni, De Napoli...»
CAMORRA?. «Non scherziamo, dai: c'era gente coi bambini piccoli in quel Napoli e secondo te ce ne saremmo rimasti in città ad aspettare vendette o intimidazioni? Io sarei fuggito all'istante! Se non l'ho fatto è perché fu una debacle sportiva. Amara, ma assolutamente sportiva.»
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