Carnevale: «Vi racconto dei 'vaffa' di Diego quando dovevo buttarlo giù dal letto...»
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Redazione - 06 feb 2015, 17:03
«Maradona? Parliamoci chiaro. Per buona parte delle partite si partiva da 1-0, tanto era incontenibile Diego. Ma noi ci mettevamo del nostro. Quella era una squadra forte. Altrimenti non si vincono due scudetti, una Coppa Italia e una Uefa nel giro di quattro anni». Racconta così quel periodo d'oro Andrea Carnevale, oggi dirigente dell'Udinese ma ieri protagonista della più grande epoca azzurra. «Maradona aveva i suoi difetti, come tutti, ma era un ragazzo d'oro. Io abitavo vicino, in via Manzoni, e spesso era incaricato della sveglia. Diego si addormentava e perdeva la partenza per le trasferte. Lo buttavo io giù dal letto. Mi prendevo qualche “vaffa†ma poi riuscivo nel mio intento. A Napoli i tifosi mi premiarono con una sorta di petizione. Prima di ogni partita c'erano gli striscioni per Carnevale in Nazionale. Così arrivai a giocare i Mondiali del 90. Ricompensa da Diego? Ho ancora un anello composto da tre cerchi che ci regalò in occasione di un suo compleanno. Era fatto così: lui i regali li faceva… E poi i giri in Ferrari. A Napoli la conoscevano tutti. Una volta me la prestò e arrivai in centro scortato da almeno cento motorini. Uno spettacolo. Napoli è una città spontanea e generosa. Il ricordo indelebile sul campo? Il gol scudetto alla Fiorentina. Poi quello nella semifinale di Coppa Uefa che vincemmo 3-0 con la Juve».
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