Rafa Benitez e Dries Mertens presentano la sfida di ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League con il Trabzonspor.
Tocca a Benitez. «Non gioco domani ma sono a posto. C'è Pecchia».
SECONDO POSTO. «Dobbiamo pensare prima al Trabzonspor, non al campionato. Il calcio è particolare perché sappiamo che il nostro è un vantaggio importante ma non bisogna mai entrare in campo con un approccio sbagliato. A gara in corso potremo gestire le cose, ma prima dobbiamo essere concentrati solo sulla partita di domani e non su quello che sarà dopo».
TURNOVER. «La competizione tra giocatori fa benissimo e ci fa crescere. Duvan ha fatto molto bene nella gara scorsa ed abbiamo anche il rientro di Higuain, valuteremo su chi puntare. Mertens? E' stato sfortunato nell'occasione dell'espulsione, ma domani vorrà riscattarsi e sono contento del suo approccio alle gare, è più disposto a fare la fase difensiva rispetto a prima».
COPPA ITALIA. «Giocarla senza tifosi è un problema per il calcio italiano, sono le leggi che devono gestire ed organizzare tutti. I tifosi devono poter guardare le partite, ma tutto dipende dalle scelte della Lega».
OBIETTIVO EUROPA. «Voglio essere sempre coerente e dico che prima dobbiamo passare il turno e poi penseremo al futuro. Ci aspettano tante partite tra campionato e Coppa Italia e più tardi penseremo all'Europa League».
RAFAEL E ANDUJAR. «Prima della sfida con il Sassuolo dissi che erano al 50 e 50. Sceglierò domani. Non sarà un problema, chiunque scenderà in campo farà bene. Riguardo a Rafael dico che devo pensare a 25 giocatori da gestire. La prima cosa è vincere e con quest'idea prendo ogni decisione e prima di farlo parlo coi giocatori. Mariano aveva fatto bene, aveva bisogno di giocare. Il ruolo del portiere è delicato, ma non vedo perché non possano alternarsi».
TORINO. «Prima pensiamo alla sfida di domani. Poi penseremo al Toro. Qui in Italia resto perplesso quando vinciamo due a zero e la gente pensa sia finita. A me piace segnare tanti gol».
GABBIADINI. «Centravanti? Tutti dicono che devono giocare Zapata o Higuain, adesso mi dite anche Gabbiadini (ride, ndr). No, comunque non credo».
ZAPATA. «Lo avevamo visto e lo seguivamo da tempo. La sua crescita è dovuta al lavoro che ha svolto con Pecchia e gli altri membri dello staff. Impara molto dai compagni e il merito della sua esplosione è di tutti».
SEGNALI. «Se abbiamo reso la partita dell'andata facile è perché la squadra ha lavorato bene. Domani i turchi vorranno dimostrare il loro valore e proveranno a metterci in difficoltà. Rispettiamo tutti gli avversari, in Italia e in Europa, ma la cosa più importante sono i segnali che può darmi la squadra».
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