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Benitez: «Domenica ero arrabbiato perché non mi piace perdere»

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Presso la sala stampa di Castelvolturno Rafa Benitez analizza in conferenza stampa la sconfitta di Torino e la sfida di domani contro la Lazio.

RABBIA. «Ero arrabbiato perché abbiamo perso e a me piace vincere sempre. Se poi perdo e non mi piace quello che vedo mi arrabbio. Parlare con la stampa è un obbligo ma non avevo tanta voglia di farlo, però l'ho dovuto fare».

FACCIA A FACCIA. «I colloquio con la squadra? Noi lo facciamo sempre, sia quando si vince che quando si perde. Adesso ho recuperato dal nervoso, e sono carico per la partita con la Lazio».

TORINO PREPARATA MALE? «Siamo dei professionisti, ho uno staff che lavora tantissimo e proviamo sempre a farlo bene da tanti anni. Conosco le capacità del mio staff, e siamo pronti per la sfida di domani che si può vincere, pareggiare o perdere, quello che conta è che noi la stiamo preparando, come sempre, per vincerla».

FUTURO? «Il mio messaggio è stato sempre chiaro: spalla a spalla si può vincere di più. Se ogni volta che perdiamo devo ripetere sempre la stessa cosa lo faccio. Dopo Dhoa abbiamo fatto 10 vittorie e 3 sconfitte: ripeto il messaggio, spalla a spalla si può andare lontano, senno' andiamo noi per i fatti nostri.
(NB. De Maggio gli risponde sorridendo: Mister, è stato bravo a non rispondere alla mia domanda)

MAURO E IL 'DISONESTO'. «Se paliamo di altro posso ascoltare un tifoso della Juve... oops del Napoli. Però se parliamo di calcio preferisco ascoltare altre persone».
(...il lapsus pare decisamente voluto)

PALLE INATTIVE. «Il gol che abbiamo subito chiaramente non mi è piaciuto, ma sottolineo che siamo la quinta squadra che prende meno gol da palla inattiva e la settima in campionato che fa gol su palla inattiva. I numeri dicono questo».

SECONDO POSTO. «Fiorentina, Lazio e Samp saranno pericolose fino alla fine. Se possiamo agganciare la Roma noi ci proviamo, ma sappiamo che ogni partita è difficile ed è per questo che dobbiamo pensare prima alla Lazio, poi all'Inter, e poi alle altre che verranno...»

AUTOCRITICA? «Preciso che quando parlo della squadra io parlo anche di me, perché io faccio parte della squadra. Se critico la squadra critico anche me. Se rifarei le stesse scelte? Se Gabbiadini fa gol, oppure Duvan fa gol io divento un fenomeno... Io analizzo ogni aspetto della partita».

APPROCCIO. «Ci sono giocatori che prima giocavano una partita alla settimana, e adesso qui devono farne due-tre col compito di vincerle sempre, come Gabbiadini. E possono incontrare delle difficoltà. Ma questo fa parte della crescita, l'abitudine a vincere può costare qualcosa e noi stiamo ancora crescendo».

IL GRUPPO. «Tutti noi sappiamo quando facciamo bene oppure no. Loro sanno che abbiamo ancora un'opportunità per risalire e vogliono reagire, e trovare aspetti positivi nonostante il risultato. L'intensità mostrata in altre partite è la chiave per vincere».

TURNOVER. «Fare più gare comporta più problemi ed il rischio di infrotuni aumenta tra problemi muscolari o squalifiche. Magari facciamo qualche errore, ma la chiave è la fiducia nello staff e sono tranquillo. Domani Maggio e Gargano sono fuori per affaticamento muscolare».

LAZIO. «Sta facendo bene, sappiamo che ha tanta velocità e qualità in avanti. Se è così in alto in campionato è perché lo merita».

ANCORA RINNOVO. «Parlo con Bigon ogni giorno e quando c'è parlo anche con il presidente De Laurentiis. Del futuro ne parliamo ad aprile, ora mi concentro su domani».

PSICOLOGIA. «La parte psicologica è importante, anzi la più importante. Noi abbiamo sbagliato qualcosa nell'approccio a Torino, perché avevamo un'idea. Poi il Torino dopo il gol si è messo in difesa. Abbiamo regalato un gol e abbiamo perso. Avremmo potuto pareggiare o vincere. Ora dobbiamo dimostrare il nostro livello contro Lazio, Inter e Dinamo Mosca».

TATTICA. «Devo bacchettarvi: con il Trabzonspor ho fatto il 4-3-3 negli ultimi 15 minuti e nessuno ha detto nulla... ho detto alla squadra di fare il 4-3-3, poi nei movimenti han fatto il 4-2-3-1. Abbiamo giocato anche con Higuain e Zapata assieme, la crescita di una squadra è anche nell'interpretazione di ciò che si fa in campo, e possiamo migliorare anche in questo. Marek centrocampista? Ci sono altri giocatori che possono farlo».

TESTA. «La squadra non ha problemi di questo tipo. Tutti sanno che devono giocare al meglio per le tre competizioni. Devono capire che per vincere qualcosa bisogna continuare con la testa e l'atteggiamento giusto. Poi un calo di attenzione può starci, ma io sono sicuro che i tifosi del Napoli preferiscono essere in lotta per tre trofei e non solo per uno».


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