il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è intervenuto a Tutti Convocati su Radio 24: «Napoli favorito per lo Scudetto? Potete immaginare cosa stia facendo quando lo dite...»
SARRI. «Quando ci fu Empoli-Napoli l'anno scorso, allo stadio non c'ero. Alla fine del primo tempo chiamai il direttore della comunicazione Lombardo per chiedere il risultato e mi disse “3-0!â€. Pensavo stessimo vincendo... Ora io l'Empoli già lo studiavo perché mi piacevano Hysaj e Valdifiori, perché da quando persi Verratti ho sempre voluto un regista. Quando poi pensai a ricominciare da un progetto più italiano, chiamai Sarri quando era ad Amalfi, e mi conquistò il fatto che moriva per allenare il club azzurro. Gli feci subito capire, però, che avevo il dovere di difendere il club, offrendogli un contratto annuale con opzione pluriennale. Io sono abituato ai matrimoni lunghi nel lavoro».
SAPONARA. «Sarri mi incitava a prenderlo, a gli feci capire che non potevo comprare tutto l'Empoli. Lui voleva un trequartista, ma il suo modulo mi preoccupava visto che abbiamo sei attaccanti. All'inizio ho taciuto, ma visto che non arrivavano i risultati chiamai Giuntoli e gli dissi di convincere il mister a cambiare modulo. Il ds mi disse che glielo stava già dicendo, ma bisognava insistere e convincerlo. Alla fine si convinse ed i risultati si sono visti».
BENITEZ E SARRI. «Il signor Sarri è più tecnico di Benitez, fa pratica oltre che teoria. Lo spagnolo è un teorico, e cerca di non disturbare mai l'ambiente dello spogliatoio perché da lì arriva un'aria benefica della quale un tecnico può puoi usufruire. L'ex Empoli, invece, sa avere un rapporto diretto col calciatore, non c'è niente di peggio che non riuscirsi a capire».
INSIGNE E MERTENS. «Per una questione di regolamento interno credo che le multe andranno inflitte, però le loro reazioni mi fanno piacere. Il loro atteggiamento dimostra che in campo si divertono e vogliono giocare tutti».
SCUDETTO. «Se continuiamo così credo che ci siano grandi opportunità di lottare fino in fondo, ma quella parolina non la voglio pronunciare. I giocatori devono essere caricati a pallettoni, non si può già parlare di quell'obiettivo».
PROMESSE NON MANTENUTA. «Dodici anni per 33 milioni ho preso un club con la promessa di ripartire dalla Serie B, e invece mi fecero il regalo della Serie C. Ci trovammo poi in una Serie B complicatissima con la Juventus, ma per me tutta quest'esperienza fu come un'università unica ed irripetibile. Siamo arrivati poi in A ed ora siamo l'unica italiana in Europa da 6 anni consecutivi. Qualcosa lo abbiamo anche vinto, e ora rimane quell'obiettivo...».
HIGUAIN. «Il Pipita ha una famiglia straordinaria. Li amo moltissimo, sono esemplari. Lui è una persona pulita, trasparente, leale, educata. E' stata una nostra intuizione portarlo a Napoli, Benitez voleva prendere Damiao, e dopo aver incontrato l'agente del brasiliano nutrii dei dubbi. Così volai a Madrid, poi incontrammo suo padre e trovammo subito l'accordo».
REINA. «L'anno scorso non ci capimmo col suo procuratore, gli dissi di aspettare quattro settimane, lui invece cercava l'accordo con un altro club e quando tornò a farsi sentire gli dissi che era tardi. Abbiamo rimediato quest'anno...»