E’ vero, qualche parola piccata nei confronti di Benitez è scappata, all’addio dello spagnolo, ma sempre in toni pacati. D’altronde va compreso, lo slovacco, frustrato per un finale di stagione deludente e dalla gestione rivedibile del rapporto con l’allenatore da parte della società . I numeri personali, tuttavia, furono discreti, seppure macchiati da un’incostanza tutt’altro che latente. L’arrivo di Maurizio Sarri portava con sé tante incognite. Tra cui, la collocazione in campo di Hamsik. Trequartista o mezzala, era il dilemma.
Il tecnico ha scommesso sulla seconda opzione, convinto che per le caratteristiche il giocatore potesse adattarsi
La passata stagione l’ha conclusa con 13 reti complessive, mentre nella stagione 2012/13 riuscì addirittura a segnare 11 gol solo in campionato. Ma poco importa: il suo apporto, decisivo, si nota sotto altri aspetti. In campo è diligente e ha la tecnica necessaria per dare velocità alle azioni del Napoli ed esserne il rifinitore offensivo. La sua predisposizione offensiva è risaputa, per questo Sarri equilibra il centrocampo con Allan, che invece è più prudente. E’ Hamsik a velocizzare il gioco, con un’ottima visione che gli permette di gestire le ripartenze nel modo migliore e di trovarsi spesso a mettere i compagni in condizione di segnare.
In questo caso, le cifre lo celebrano. Quest’anno, infatti, sono già 11 gli assist messi a referto dal centrocampista, secondo in questa singolare classifica insieme a Pjanic, dietro soltanto a Pogba che ne ha fatti registrare 12. Nelle ultime cinque stagioni, addirittura, Hamsik ha servito 49 passaggi decisivi: da Cavani a Higuain non è cambiato molto. Contro il Torino e l’Atalanta, il giocatore è riuscito a dare un piccolo saggio delle sue doti, servendo rispettivamente a Callejon e al Pipita dei palloni da spingere soltanto in rete.
L’obiettivo è fare la storia di questo club, ma senza farsi consumare da tutto ciò. Ci riuscirà , alla fine, perché ha tutto il tempo necessario. Intanto, gli manca soltanto una rete per eguagliare quelle siglate da Maradona in campionato (81) e 18 per raggiungere proprio l’argentino in vetta alla classifica cannonieri di tutti i tempi nella storia del Napoli. Ma se glielo si chiedesse, magari, risponderebbe che è molto più gratificante far segnare un compagno, piuttosto che essere un marcatore. Anche se un gol – con vittoria, possibilmente – sarebbe il modo migliore per chiudere una stagione che potrebbe consegnarci il Napoli migliore di sempre degli ultimi vent’anni.
Fonte: Il Roma