Sono due mondi diversi.
Il Napoli attaccava salendo compatto, mandava al tiro esterni e centrocampisti. Aveva un gioco efficace e bello a vedersi. Gli avversari manco riuscivano ad arrivare al tiro. Si elogiava Osimhen perché faceva molto lavoro per gli altri, anche se segnava poco.
Lo ha fatto anche oggi con la Roma, l'aveva fatto pure con la Fiorentina. Sempre con esiti pessimi. E' l'identità peggiore che ci si possa dare.
In questo modo ha trasformato Osimhen da risorsa in limite: si butta palla avanti e via.
Il Napoli si sta assuefacendo talmente tanto a questo copione, che quando deve palleggiare non sa più farlo. Perde palla, si spaventa, arretra e torna di nuovo al lancio lungo. Pure se c'è Mertens là davanti.
Non è così che si coltiva un sogno Scudetto, ma la cosa peggiore è che in questo modo non si costruisce neppure un futuro.