E' dall'inizio della stagione che cerca di gettare acqua per spegnere il fuoco per proteggere il suo gruppo, perché sa benissimo che qui c'è una piazza altamente "infiammabile".
Ma un Napoli così prepotentemente forte sembra una Ferrari lanciata a 300 all'ora in rettilineo. Come la fermi? Non puoi.
Quello che cerca di prevenire Spalletti è che nel momento in cui arriverà una curva, se dovessimo finire un po' fuori pista si passi in fretta dall'euforia alla delusione (film peraltro già visto dopo il pari con il Lecce).
La sua colpa? Aver spinto il Napoli così in alto, che dopo era diventato "vincere o morire".
Spalletti ha capito benissimo che se altrove bisogna gestire la squadra, qui a Napoli bisogna gestire squadra... e piazza. Perché gli umori variano dal depresso all'esaltato, spesso passando dall'uno all'altro in poco tempo. E più vai su, più cresce il rischio di precipitare giù.
Per questo nelle sue conferenze stampa non mancano mai spruzzatine di acqua sul fuoco.
Gli acquisti sono fortissimi? Lui sottolinea le capacità di quelli che se ne sono andati...
Kvara incanta? E allora Spalletti sottolinea che deve imparare a tirare meno, magari difendendo di più.
Vinci subendo un gol? E allora bisogna imparare a non prenderlo.
Vinci facendone 3? Lui ribatte che se ne potevano fare di più oppure farli prima.
Domini per 75 minuti? Si vabbe', ma gli altri 15 abbiamo perso il filo del palleggio...
Napoli da Scudetto? Lui risponde che manco Ancelotti c'è riuscito...
La soluzione? La piazza si evolva, impari a gestire l'umore. Impari a conservare l'entusiasmo anche quando ci saranno le delusioni. Impari a trasferirlo alla squadra quando inevitabilmente ci saranno momenti meno brillanti. Se ne sarà capace, altro che dodicesimo uomo... sarà un'altra panchina intera da cui attingere.